Piazza Caracciolo

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Piazza Caracciolo

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Sintesi

La piazza Caracciolo è da sempre considerata il cuore del mercato della Vucciria di Palermo. Prende il nome dal Viceré Domenico Caracciolo, marchese di Villamaina, che regnò in Sicilia dal 1781 al 1786, e fu mercato, sede di traffici legati alle attività marittime e zona di residenza delle comunità straniere.Essa è ubicata nella porzione del quartiere della Loggia oggi più prossima alla via Roma, alla quale è collegata tramite una scalinata che raggiunge la quota della strada e su cui giace l’alto basamento della chiesa di Sant’Antonio Abate. Attraverso altri vicoli che si dipartono dalla piazza stessa, essa si collega ad altri importanti spazi del quartiere: la via Maccheronai la collega a Piazza S. Domenico, la via Argenteria a Piazza Garraffello e la via Pannieri a via Vittorio Emanuele. Il piano della piazza è di forma rettangolare e si attesta su lato Nord tra via Maccheronai e via Coltellieri, su quello Sud su via Pannieri, su cui si affaccia la chiesa di Sant’Antonio Abate e sul lato Est su via Argenteria e via Frangiai. Al centro si trova una fontana. Fatta eccezione per la chiesa di S. Antonio e gli edifici comunali che costituiscono il fronte su via Roma, sulla piazza si affacciano edifici di edilizia residenziale, i cui piani terra sono destinati a botteghe.

L’area che in seguito divenne la contrada della Loggia si configurò tra il X e il XII secolo con l’interramento dell’antico porto della città, causato dai detriti riversati dai corsi d’acqua del Papireto e del Kemonia. Il terreno acquitrinoso venne bonificato e alla fine del XII sec., periodo della dominazione angioina, sorse l’attuale piazza Caracciolo, conosciuta inizialmente come “Bocceria grande” che era macello e mercato della carne. Nel 1454, il macello fu spostato nella cosiddetta “Bocceria nuova”. Dopo diversi secoli, durante i quali l’assetto della Loggia e dei suoi principali spazi urbani – le piazze della Bocceria, del Garraffo e del Garraffello – rimase quello tardo medievale, dalla metà del Quattrocento vennero avviate diverse campagne di trasformazione del quartiere, con una visione legata agli ideali rinascimentali e ad una diversa concezione degli spazi pubblici. Gli interventi maggiori riguardarono la regolarizzazione e il rinnovamento del sistema viario che attraversava la contrada, ma soprattutto la piazza della Bocceria (oggi Caracciolo), nella quale si volle attuare una netta separazione tra la funzione del mercato e quella di luogo di aggregazione della comunità civica.Altra fase di nuova progettualità urbana per la Loggia si verificò, infatti, per volere del viceré Domenico Caracciolo, marchese di Villamaina, sulla base di un nuovo spirito basato sugli ideali dell’Illuminismo francese, che però non coinvolse in maniera evidente la piazza. L’intervento più consistente fu la regolarizzazione planimetrica della piazza della Bocceria, con la costruzione di un “portico” progettato dall’architetto regio Carlo Chenchi nel 1783. Un secolo più tardi, il taglio della via Roma, in particolare il tratto compreso tra piazza San Domenico e Corso Vittorio Emanuele, realizzato tra il 1894-1898, comportò una nuova modifica dell’assetto di piazza Caracciolo che venne ristretta, causando lo spostamento di molte delle botteghe e dei banchi del mercato nelle strade adiacenti (via Argenteria, via dei Pannieri e via dei Mercieri), unificando i mercati di Piazza Caracciolo e di Piazza Garraffello.Le vicende che hanno portato alla trasformazione della piazza Caracciolo e delle aree limitrofe si prolungheranno per altri decenni e vedranno ulteriori trasformazioni. Con il taglio della via Roma e la costruzione del lungo e stretto edificio per uffici comunali, si avrà un ulteriore sgretolamento del tessuto edilizio e alla decadenza del mercato, anche se la via Argenteria mantiene il suo ruolo di asse di collegamento tra le tre piazze Caracciolo, Garraffo e Garraffello.

  • N. Basile, "Palermo Felicissima", Palermo, 1929
  • R. La Duca, "I mercati di Palermo", 1994
  • M. Vesco, "Il quartiere della Loggia da Ferrante Gonzaga a Domenico Caracciolo: tre secoli di progetto urbano nel cuore di Palermo", in R. Prescia (a cura di), La Vucciria tra rovine e restauri Palermo 2015, pp. 16-27.